Prima Categoria, 3^ giornata di andata, domenica 11 ottobre ’20, Atletico-Pro Polonghera 1-2

Racconigi, stadio comunale Trombetta, ore 15.00.

Formazioni.

Atletico(4-3-2-1): Nardi 5,5; Rosso 5,5,Fraccon 5,5, Mancuso 5,5 ,Pellissero 5,5; Minutiello 5,5 (dal 83° Akwasu), Caricato 5, Mazzei 4,5; Riscaldino 5 (dal 57° Capone 6),Caristo 5,5; Barison 5,5 (dal 70° Pagnotta,5,5).

In panchina: Bisio,Rollè,Bangoura.

Allenatore  Bongiovanni,5,5.

Pro Polonghera(4-4.2): Ferrero 6; Paulissich 8,Marco Rolfo 6,Issoglio 6,Oderda 5 (dal 27°Moretto,6,5); Monetti 7,Lorenzo Rolfo 6,5 (dal 57° Ruatta 7),Titone 6,5(dal 60° Baruzzo,6), Tosco,6,5 ( dal 81° Sema); Mendola 6 (dal 64°Gerbaudo,6), Lagzdins 8.

In panchina: Fileppo,Correggia,Bertone,Cattapan.

Allenatore Elia Prochietto,7.

Direttore di gara Luca Bellini della sezione di Cuneo,6.

Tabellino.

Marcatori: 5° Caristo,80° Lagdzins su rigore,94°Ruatta.

Espulsi: Mazzei al 48° per frase blasfema.

Ammoniti: Nardi,Minutiello,Caricato,Caristo,Oderda,Lorenzo Rolfo.

Recupero: 2 minuti p.t. 4 minuti s.t.

Note: terreno di gioco in buone condizioni, fresco gradevole,17°, presenti sugli spalti circa una cinquantina di spettatori con regolare distanziamento norme anti-Covid, sparuta ma chiassosa rappresentanza di tifosi polongheresi.

Il Pro Polonghera si aggiudica con pieno merito il derby contro un Atletico senza anima e cuore, riscattando la sonora sconfitta subita giusto lo scorso 1 ottobre in Coppa Italia Piemonte.

Il risultato finale di 1-2 maturato e concretizzato dagli uomini di Elia  Prochietto nelle battute conclusive del match,  premia la formazione  che ha giocato meglio, in virtù di una superiore organizzazione di gioco espressa da tutto il collettivo  e di una  maggiore determinazione agonistica che hanno contribuito a  valorizzare ed esaltare la prestazione della squadra, dove i trascinatori che  si sono messi in grande e particolare evidenza sono stati, a nostro avviso, Paulissch, Monetti  ed il solito, indomabile  Crazy Horse Aksels Lagdzins.

Da parte dell’Atletico, una deludente e negativa domenica da dimenticare ed archiviare in fretta su tutti i fronti, nonostante il vantaggio iniziale ottenuto dopo appena 5 minuti che avrebbe dovuto indirizzare favorevolmente sui giusti e scorrevoli binari della disinvoltura, della scioltezza  e della predominanza nella gestione della partita  per l’acquisizione  dell’esito della partita.

Invece , da quel momento, la formazione mandata in campo da mister Bongio, si è progressivamente ed inspiegabilmente ridimensionata, sfaldata, sfilacciata, disarticolata, tradita anche da quelle singole individualità, considerate di eccellente valore ed elevata caratura tecnica, che avrebbero dovuto fare la differenza e far compiere il salto di qualità.

La squadra oggi, come dichiarato a fine partita  dal portavoce di giornata Beppe Bordese, “è  evidentemente mancata di personalità, di identità unitaria, di atteggiamento propositivo e positivo,  di carattere, di intensità di gioco, di equilibrio tattico, di scarsa capacità reattiva nel  saper affrontare, padroneggiare e  fronteggiare adeguatamente  l’avversario”, con il gravame della penalizzazione causata  dalla inferiorità numerica in cui è stata costretta a giocare praticamente tutta la seconda frazione di gioco, per effetto della giusta espulsione comminata dall’arbitro nei confronti di un giocatore di navigata esperienza come Denis Mazzei che si è lasciato profferire una grave ed ingiustificabile  imprecazione blasfema, di conseguenza punibile, a norma di regolamento, con il cartellino rosso.

Ritrovarsi con un bottino deficitario  e fallimentare di soli 3 punti in classifica dopo la terza giornata di campionato, situazione impensabile in considerazione del rilevante fatto di aver giocato due incontri tra le mura amiche, provoca  e genera i primi cattivi pensieri stagionali, proprio in funzione della necessità  di riuscire ad alimentare e legittimare  le credenziali e le  ambizioni con le quali si è presentata la  nuova società, che ha investito capitali economici non indifferenti ,che ha  allestito un organico di primo ordine, composto da tanti nuovi calciatori che hanno militato con ottimi risultati in squadre di categorie superiori a quelle della realtà della Prima Categoria.

Quindi, è assolutamente  necessario ed indifferibile, da parte dello staff tecnico, già alla ripresa degli allenamenti di martedì prossimo, mettere la squadra di fronte alle proprie colpe e responsabilità, evitando di imbastire  deleteri ed autolesionistici  processi sommari ed individuali, cercando di analizzare con realismo, buon senso e capacità autocritica cosa non ha funzionato a dovere fino adesso, da dove e come  ripartire, quali sono le cose da aggiustare, modificare ,adattare a livello tattico, fermo restando che dal punto di vista caratteriale e dell’atteggiamento mentale ogni atleta  è chiamato a risponderne e a reagire  personalmente.

Bisogna soprattutto evitare che il gruppo giocatori non subisca negative ripercussioni sul piano morale e psicologico, sulla stabilità  del mantenimento del livello di autostima individuale, facendo leva sulle capacità e sulle qualità che ogni giocatore possiede e deve sfruttare e mettere a disposizione.

Siamo solo all’inizio del campionato, è vero, ma se l’obiettivo dichiarato è quello di vincere la classifica finale, allora non si deve cominciare a perdere terreno prezioso dalle prime della graduatoria che stanno imponendo un’andatura sostenuta, a scavare solchi di distacchi che poi alla lunga si possono rivelare difficili da rimarginare e ricucire.

Staremo a vedere nei prossimi giorni se questa scossa motivazionale da trasmettere  alla squadra porterà i suoi attesi benefici, a partire dal prossimo impegno tra una settimana ad Orbassano.

Ritorniamo alla partita odierna.

Nelle file dell’Atletico unico assente di rilievo l’infortunato Ferrantelli, mentre Prochietto era costretto a rinunciare alle prestazioni degli indisponibili Caffaro,Mengozzi ed Ambrogio.

Le squadre scendevano in campo agli ordini di Luca Bellini della sezione di Cuneo in un pomeriggio parzialmente nuvoloso e fresco, disponendosi su un terreno di gioco in buone condizioni.

In maglia bianco granata i locali  schierati con il 4-3-2-1, con la tradizionale divisa biancoazzurra gli ospiti che inizialmente adottavano un canonico 4-4-2.

Cronaca primo tempo.

 

Alla prima, vera situazione pericolosa, l’Atletico passava in vantaggio: 5° minuto, dalla battuta di un calcio d’angolo, si generava una mischia in area avversaria dove Caristo era il più lesto di tutti ad indirizzare in porta con una deviazione rasoterra  che si insaccava alla destra del sorpreso Ferrero.

Da quel momento, come descritto in sede di introduzione, il pallino del gioco e le iniziative delle manovre offensive passavano progressivamente sui piedi dei giocatori polongheresi, con un’Atletico che cominciava ad annaspare, dimostrandosi  stranamente contratto, impacciato, involuto, a corto di idee e di identità.

La prima replica biancazzurra, al 12°, era affidata ad un colpo di testa di Lagzdins il cui impatto con la fronte alta terminava abbondantemente sopra  la traversa.

Al 15° i bianco granata avevano una rilevante opportunità per impensierire nuovamente  la porta avversaria: Pellissero riusciva a lavorare un buon pallone sull’out sinistro, metteva al centro un cross dove Minutiello impattava  di testa, senza marcatura pressante, con la sfera che  colpita male si impennava al di là della trasversale.

Al 21° era la volta di Riscaldino che perdeva l’attimo fuggente in area avversaria , nel tentativo di intercettare un lungo lancio dalle retrovie, mancando il controllo del pallone.

Al 23° Caricato sprecava malamente un calcio piazzato da posizione defilata sulla destra dai 25 metri, pretenzioso esterno sinistro che si spegneva sul fondo.

Nel frattempo, Prochietto provvedeva ad effettuare il primo cambio  di giornata, fuori il terzino sinistro  Oderda, in evidente difficoltà e già ammonito e dentro Moretto, con conseguente dirottamento ed inversione di fascia tra il neo entrato e Paulissch, giocatore con  cognome quasi impronunciabile  da codice fiscale, che risulterà tra i migliori in campo.

Al 27°, punizione dal limite e da posizione centrale per il Pro.Po. , esecuzione affidata all’ex di turno Mendola che di destro  tentava di far passare la palla sotto la barriera su cui  invece si infrangeva il tiro, sulla ribattuta la conclusione di Paulissch veniva rintuzzata  dalla retroguardia racconigese.

Al 35° era ancora il 42enne in maglia numero 9 a tentare di impensierire Nardi con una girata al volo di destro che risultava imprecisa.

Un minuto dopo il Polonghera reclamava in maniera veemente la concessione di un penalty per un sospetto contatto in area del difensore Fraccon ai danni di Aksels con conseguente stramazzamento a terra  del lettone, Bellini faceva cenno di proseguire.

Al 38°, ennesimo tentativo di Mendola, alla disperata ricerca del gol dell’ex, questa volta innescato direttamente da una lunga rimessa laterale del compagno numero 10, ma la sua traiettoria  calciata di destro superava  tutto lo specchio della porta per poi esaurirsi dall’altra parte, terminando sul fondo.

 

Nel primo dei due minuti di recupero concessi, Aksels si divorava letteralmente l’occasione del pareggio: dopo essere riuscito di prepotenza  a recuperare un pallone ed a penetrare in area, da buonissima posizione, lasciava partire un violento sinistro spedendolo alto sulla traversa.

Su questa temibile e pericolosa azione terminava la prima frazione di gioco che la formazione ospite, nonostante la rete dello svantaggio, si aggiudicava ai punti per aver sviluppato un maggior volume di gioco ed essere riuscita ad imporre il predominio territoriale ai danni di un Atletico apatico, abulico e devitalizzato, incapace, imbolsito ed impotente nello sfruttamento deli spazi e nella fluidità della manovra.

Cronaca secondo tempo.

Era lo stesso protagonista del finale di primo tempo, Aksels Fooley Lagdzins, ad avere immediatamente a disposizione la possibilità della rete del pareggio: 46°, il numero 10 lettone raccoglieva sotto misura un preciso, lungo passaggio  di Monetti ma la sua conclusione da pochi metri colpiva in pieno il palo alla destra di Nardi.

Al minuto 48, l’Atletico rimaneva in inferiorità numerica, rimaneggiato dalla espulsione ricevuta da Mazzei, rosso diretto, da parte del direttore di gara che puniva, a norma di regolamento, una frase gratuitamente blasfema profferita dal biondino centrocampista  numero 8.

Bongiovanni, al 50°, correva subito ai ripari, richiamando in panchina un evanescente Riscaldino e mandando in campo Steu Capone, proprio per riequilibrare l’assetto della linea mediana del centrocampo, già in evidente difficoltà.

Al 56° l’Atletico beneficiava di un calcio piazzato al limite dell’area, da posizione centrale di sparo, ma l’infelice esecuzione di Caricato veniva respinta dall’opposizione della barriera.

Il Pro Polonghera cercava di accentuare il suo atteggiamento offensivo con un più spregiudicato ma logico 4-3-3, mandando in campo Gerbaudo e Baruzzo.

Al 63° la nostra formazione riusciva ad affacciarsi e proporsi davanti l’area avversaria con una combinazione tra Barison e Caristo, l’appoggio del centravanti assisteva l’accorrente numero 11 che da poco fuori area concludeva di destro ma in maniera imprecisa.

Lo stesso numero 9, al 70°, veniva richiamato in panchina, al suo posto subentrava  il giovane attaccante Pagnotta, nel tentativo di dare  nello stesso tempo maggiore vivacità e velocità alle azioni offensive ed un contributo in fase di contenimento  e di non possesso palla.

Lo svolgimento del  canovaccio tattico della partita era ormai evidente: Polonghera costantemente proiettato in avanti  alla ricerca quanto meno del pareggio, Atletico in seria  e palese difficoltà nell’arginare e contenere le arrembanti azioni offensive avversarie, con il settore del centrocampo che non riusciva a svolgere  in maniera funzionale un adeguata azione di copertura e schermatura.

Al 73° Moretto era abile , dalla sua fascia di competenza, a sganciarsi in avanti, ad aggirare l’opposizione di due difensori avversari ed accentrarsi per poi  concludere verso la porta avversaria con una tesa traiettoria  che lambiva la traversa.

Un minuto dopo, replicava l’Atletico con un’azione di rimessa,  ma il debole tiro rasoterra  dal limite dell’area di Pagnotta veniva bloccato senza difficoltà da Ferrero.

Ancora i nostri impegnati in una sporadica azione offensiva, al culmine di una veloce triangolazione nei sedici metri avversari tra Capone-Pagnotta-Minutiello, con quest’ultimo che indirizzava in porta di destro senza particolare  e necessaria convinzione, pallone che terminava così lontano dalla porta.

Al minuto 76, Nardi evitava e rimandava la capitolazione deviando in angolo con tempismo e prontezza di riflessi, distendendosi sulla propria destra, una insidiosa e velenosa conclusione di sinistro ad opera di Gerbaudo, destinata altrimenti ad insaccarsi in rete.

Sul susseguente  corner, il pallone spiovente indirizzato in piena area veniva impattato di testa da Ruatta ( prove tecniche di micidiale rete finale vincente, n.d.r.) che falliva di poco il bersaglio grosso.

Era  questa una specie di preludio alla rete polongherese che sopraggiungeva inevitabilmente e meritatamente allo scoccare del minuto 80: Aksels penetrava in area di rigore, veniva affrontato da Nardi in uscita disperata e forse leggermente fuori tempo che, nel tentativo di anticipare il lanciato attaccante lettone, toccava anche il suo piede di appoggio provocandone l’atterramento.

Questa volta Bellini non aveva esitazioni ad assegnare la massima punizione della cui esecuzione si incaricava ovviamente il  biondo giustiziere: tentativo di trasformazione  di destro ineccepibile ed impeccabile che spiazzava nettamente il nostro portiere.

A questo punto, come era prevedibile, la formazione di Prochietto non si sarebbe più accontentata del pareggio conseguito, ma avrebbe prodotto lo sforzo finale per finire l’ormai  tramortito e disorientato avversario, allo stesso, spietato modo con cui l’animale predatore  si avventa sentendo l’odore del sangue della preda ferita per piazzare l’assalto, l’aggressione  decisiva e mortifera.

Al minuto 83, Bongio effettuava l’ultima sostituzione di giornata, Gyimah Akwasu per Minutiello, nel tentativo di rinforzare gli ormeggi e dare man forte a centrocampo.

Al minuto 84 Baruzzo ci provava dal limite ma il suo tiro scentrato ed impreciso sorvolava nettamente la traversa.

Erano 4 i minuti di recupero concessi dal direttore di gara, per quello che si  preannunciava un finale emozionante e palpitante, con l’Atletico quasi alle corde ed il Polonghera che si rovesciava tutto in avanti per il serrate conclusivo.

Chi di recupero perisce, di recupero ferisce!!!

Ci riferiamo al beffardo esito finale della partita pareggiata in casa domenica scorsa  proprio dai polongheresi contro il San Bernardo che aveva acciuffato in extremis l’1-1 all’ultimo respiro di partita.

La nemesi calcistica dei corsi e ricorsi storico-statistici ,questa volta, premiava la formazione di Prochietto che riusciva a ribaltare il risultato ed aggiudicarsi derby e 3 punti  proprio allo scadere del 94°:calcio d’angolo dalla sinistra battuto da Monetti, traiettoria  a spiovere in area racconigese, difensori e portiere che non riuscivano ad intervenire, dalla parte opposta Ruatta svettava più alto di tutti insaccando di testa  sotto la traversa, gonfiando la rete della porta racconigese e di gioia sfrenata i cuori di compagni, panchina e tifosi presenti.

Contemporaneamente arrivava  il triplice fischio di Bellini che decretava la fine delle ostilità, con appendice di esultanza incontenibile e legittima di tutti i componenti del Polonghera che  continuava e si scatenava  fino dentro gli spogliatoi.

Inutile la descrizione degli stati d’animo in casa racconigese, dove si respiravano  una mefitica, sulfurea e mesta  atmosfera di delusione, di amarezza, di disillusione, di avvilimento, di insoddisfazione. Per il resto, ci siamo già espressi nella parte introduttiva dell’articolo.

Vedremo cosa accadrà domani, martedì 13, quando i ragazzi e lo staff tecnico-dirigenziale si ritroveranno al Trombetta per la ripresa degli allenamenti.

Il punto del girone dopo la 3^ giornata.

Il Villastellone consolida la sua posizione e la sua leadership con il perentorio 4-0 rifilato al Piossasco( doppietta di Altavilla, Petullo e Angeloni), guidando  la classifica del girone a punteggio pieno con 9 punti.

Alle sue spalle un quartetto di inseguitrici distanziate di due punti: San Bernardo ( vittorioso in casa 2-1 contro l’Orbassano, nostro prossimo avversario, Lo Greco, Romano e Croce  i rispettivi marcatori),Polonghera, Garino (dilagante 5-1 ai danni del malcapitato Bricherasio, doppiette di Palumbo e del solito Casagrande  e rete di Caracciolo) e Pralormo (che ha regolato in casa 1-0 la Bruinese con rete decisiva di Casetta).

Segue con il Pinasca con 6 punti, che ha anche una partita in meno come l’Orbassano, che si aggiudicato il derby della Val Chisone contro il Villar Perosa con la rete dell’ex Beppe Gioia, intramontabile cannoniere.

Con 4 punti troviamo il Candiolo che ha superato in casa il San Secondo con il più classico dei 2-0, reti di Giribaldi e Lorenzo.

Scorrendo la classifica verso il basso, con 3 punti, oltre all’Atletico, ci sono San Secondo, Villar Perosa e Bricherasio, con 2 il Piossasco ed il Perosa, con 1 lo Sporting Club San Pietro, mentre fanalino di coda ancora a quota 0 proprio l’Orbassano prossimo nostro avversario.

Le reti messe a segno in questa 3^ giornata di campionato sono state complessivamente 20 con una media partita di 2,5.

Classifica cannonieri.

In virtù delle doppiette realizzate domenica scorsa, gli attaccanti del Garino Casagrande e Palumbo agganciano in testa alla classifica Oreglia, tutti con 4 reti; seguono Rumiato con 3 e Modarelli,Petullo,Casetta,Lagzdins e Altavilla con 2.

Domenica prossima, 18 ottobre, ore 15.00,DCPM anti Covid permettendo, appuntamento ad Orbassano per la quarta giornata di campionato.

 Grazie a tutti, alla prossima!!!

 

M.M.